La storia di San Marino
La Repubblica di San Marino è un piccolo stato incastonato tra le regioni italiane Emilia-Romagna e Marche. Questo microstato ha una storia molto lunga e affascinante, è infatti la repubblica più antica del mondo tuttora esistente. Secondo la tradizione la sua fondazione risalirebbe al 3 settembre 301 d.C., quando san Marino, un tagliapietre giunto dalla Dalmazia per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani dell’imperatore romano Diocleziano, stabilì una piccola comunità sul monte Titano, il più alto dei sette colli su cui sorge la Repubblica.
La leggenda vuole che, prima di morire, san Marino disse ai suoi seguaci “Vi lascio liberi dall'Imperatore e dal Papa”, cioè dai capi rispettivamente dell’Impero e della Chiesa. Era nato lo stato di San Marino. In un documento appartenente a un processo per mancata riscossione dei tributi tenutosi nel 1296, si cita che i sammarinesi “non pagano perché non hanno mai pagato. È stato il loro Santo a lasciarli liberi”. Insomma, niente tasse.
Le istituzioni di San Marino
Ma come venivano gestiti dunque gli affari? Le decisioni erano affidate all’arengo, un’assemblea di capi famiglia che deteneva il potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Quando però con la crescita della popolazione divenne difficile gestire le cose, nel XIII secolo vennero create apposite assemblee politiche. Lo Stato Pontificio riconobbe la repubblica nel 1291, e nel 1351 divenne un libero comune.
Nel 1243 vennero introdotti i capitani reggenti, eletti dall’arengo, i quali gestivano il potere esecutivo e giudiziario. Nel Quattrocento venne istituito il Consiglio Grande e Generale: sessanta membri dell’arengo cui venivano delegate alcune funzioni dell’assemblea. Col tempo questi nuovi organi istituzionali assorbirono la maggior parte delle prerogative dell’arengo, che infatti non sarebbe stato convocato dal 1571 al 1906.
L’8 ottobre 1600 venne promulgata la prima Costituzione scritta, le Leges Statutae Sancti Marini, principale fonte del diritto sammarinese. Intanto il Consiglio Grande e Generale, svincolato da ogni forma di controllo, era ormai diventato uno mero strumento di comodo nelle mani di poche famiglie ricche, rinnovato tramite cooptazione. San Marino subì tre brevi occupazioni militari: la prima nel 1503 quando Cesare Borgia occupò la Repubblica per dieci mesi, la seconda nel 1739 col tentativo di annessione allo Stato Pontificio del cardinale Alberoni, l’ultima nel 1944 per opera delle truppe tedesche e della Repubblica Sociale Italiana.
San Marino venne riconosciuto dalla Francia di Napoleone nel 1797: lo stesso imperatore, in uno slancio di amicizia, offrì ai sammarinesi di estendere i loro confini al mare. Altri paesi europei riconobbero la repubblica al Congresso di Vienna del 1815. Durante il Risorgimento a San Marino si rifugiarono molti personaggi compromessi agli occhi dell’Impero Austro-Ungarico. Anche Giuseppe Garibaldi trovò riparo sul monte Titano quando nel 1849, quando fu accerchiato mentre tentava di raggiungere Venezia.
Dopo l’unità d’Italia, nel 1862 venne firmato un “Trattato d'amicizia” poi revisionato nel 1939 e nel 1971. Viene garantita l’indipendenza della Repubblica, il buon vicinato e le relazioni commerciali, con un’utile unione doganale fra i due paesi. L’economia di San Marino rimaneva però arretrata e fondamentalmente agricola. Negli ultimi due decenni del XIX secolo in molti emigrarono verso Stati Uniti, Francia e Brasile.
Nel 1906, dopo una rivoluzione pacifica, si decise di restaurare l’elettività dei membri del Consiglio Grande e Generale, e successivamente fu varata una legge elettorale che prevedeva il rinnovo del Consiglio per un terzo ogni tre anni, ponendo fine all’oligarchia patrizia. Durante la Prima guerra mondiale la fragile economia della repubblica peggiorò ulteriormente a causa dell’inflazione e della disoccupazione. L’incapacità dei partiti di creare un governo favorì l’avvento del fascismo.
Il Novecento
San Marino si tenne fuori dalla Seconda guerra mondiale, ma venne lo stesso bombardata dagli Alleati il 26 giugno 1944 perché si credeva erroneamente che nella repubblica alloggiasse il comando tedesco. Dalle elezioni politiche del 1945 fino al 1957, San Marino fu retta da una coalizione di sinistra tra il Partito Comunista Sammarinese (PCS) e il Partito Socialista Sammarinese (PSS).
Nel secondo dopoguerra finalmente San Marino è uscita dal suo isolamento atavico, modernizzando ogni sua istituzione e raggiungendo standard economici molto elevati. Oggi può vantare un turismo importante e guardare con fiducia al futuro. La sua bandiera sventola sul Monte Titano, da dove turisti e autoctoni possono ammirare un panorama mozzafiato sulla riviera romagnola e gli appennini.