“Withnail & I”, tradotta in italiano con il discutibile titolo “Shakespeare a colazione”, è una delle migliori commedie inglesi degli anni ottanta. Non a caso quest’opera semiautobiografica del regista Bruce Robinson è considerata un vero cult Oltremanica. Da noi, invece, la sua fama è andata appannandosi negli anni e oggi è conosciuta soltanto dai cinefili più incalliti.
Siamo a Londra, precisamente Camden Town, nel 1969. In un appartamento che definire lurido e disordinato è quasi un eufemismo, due attori disoccupati passano le loro giornate fra alcol, tè e sigarette, in mezzo a pile di libri e di piatti da lavare. L’istrionico, egoista e umorale Withnail (interpretato da Richard E. Grant) e l’ansioso e fragile Marwood (Paul McGann) non escono da giorni e l’unica persona con cui hanno contatti è il loro spacciatore Danny.
Un giorno decidono di far visita al benestante omosessuale zio Monty (Richard Griffiths), che gli offre la possibilità di trascorrere un periodo nel suo cottage nel nord dell’Inghilterra. Trascorrono qualche giorno nella gelida brughiera e ricevono la visita di Monty che dichiara la propria infatuazione a Marwood, il quale cerca di svicolare come meglio può. Infine fanno ritorno a Londra, dove Marwood scopre di aver ottenuto finalmente un ruolo da protagonista.
Shakespeare a colazione, la black comedy per eccellenza
Un film intelligente, tagliente ed esilarante ricostruisce efficacemente le atmosfere della decadente Londra anni sessanta sebbene sia stato girato nel 1987, all’apice della sbornia neoliberista thatcheriana e reaganiana. Si tratta di una commedia ricca di black humour e tipicamente “di formazione”, perché tratteggia il passaggio di due trentenni all’età adulta. Robinson ha basato il personaggio di Marwood su sé stesso: beve molto ma senza perdere prudenza ed equilibrio mentale e della prudenza. Withnail invece è letteralmente posseduto dalla furia, ambizioso e arrabbiato con tutti e con tutto. Il suo personaggio è ispirato a Vivian MacKerrell, amico di Robinson con cui condivise l’alloggio.
La performance di Richard E. Grant è sbalorditiva: l’attore, poco più che esordiente al tempo, era in realtà astemio e allergico all’alcol. Robinson decise che sarebbe stato impossibile per Grant interpretare il personaggio senza essersi mai ubriacato, quindi costrinse Grant a fare largo uso di alcolici durante le riprese. L’attore ha dichiarato di essersi sentito male più volte e di conservare un ricordo spiacevole di Shakespeare a colazione, ma l’effetto sulla sua performance è stato eccezionale: il suo viso stravolto è la personificazione del dandy cinico e roso dall’ambizione e dai tormenti esistenziali, con gli occhi arrossati che sembrano sul punto di schizzare fuori dal cranio.
Londra è diventata una città in stato di assedio. Mancano 91 giorni alla fine di questo decennio e presto ci saranno un sacco di profughi. Circoleranno per la città gridando 'portate fuori i vostri morti'.
Perché questo film è così attuale a trentacinque anni dall’uscita? Per i dialoghi taglienti e bizzarri, perché è in bilico fra cinismo, depressione e goliardia, perché non pretende di insegnare nulla ma mostra il percorso di due giovani angosciati dal presente quasi quanto dal futuro. Forse per questo, Shakespeare a colazione è profondamente attuale. E l’ultima scena, quella che sancisce la separazione tra i due amici, è profondamente commovente. Marwood ormai proiettato verso la stabilità e forse il successo, Withnail senza alcuna certezza e più stravolto che mai, appoggiato a una ringhiera a citare Shakespeare.